LA STORIA

Lo studio fotografico Politti

Nel comune di Castelnovo del Friuli, nel 1940 viene aperto il primo studio fotografico della Val Cosa: lo Studio Fotografico di Gilberto Politti. Un tempo, non tutti avevano una macchina fotografica in casa e, quei pochi telefoni a disposizione, non facevano fotografie!
Ci si recava quindi dal fotografo per avere un ritratto da conservare o da mandare ad un parente lontano. Lo studio fotografico è il luogo di lavoro del fotografo professionista, un luogo magico in cui le persone vedono apparire le proprie immagini su un foglio di carta.
Il fotografo lavorava però anche fuori dal suo studio: era invitato agli eventi del paese, ai matrimoni, alle comunioni e per il primo giorno di scuola. Insomma, era sempre presente con la sua macchina fotografica, pronto ad immortalare i momenti importanti della vita della comunità.


Nella foto 1:
Benedizione delle campane della chiesa parrocchiale di San Nicolò.

Nella foto 2:
Il giorno del matrimonio.


La famiglia Politti è di Castelnovo del Friuli, ha vissuto fino alla metà degli anni Settanta nella casa di Paludea al nr. 20 che fungeva anche da studio fotografico.
Gilberto Politti si avvia alla professione di fotografo alla fine degli anni ‘30. Aveva appreso il mestiere presso la bottega di Giuseppe Idilio Costantin (1902-1985), fotografo di Arba, e aveva portato questa nuova professione a Castelnovo.
Nel 1940 apre il suo studio di sviluppo e stampa fotografie e si specializza in servizi matrimoniali e foto di cerimonie di paese.
Al suo fianco lavora sua moglie, Maria Del Gallo. Maria aiutava il marito in bottega svolgendo le classiche mansioni femminili all’interno di un laboratorio fotografico, come la coloritura manuale delle stampe
in bianco e nero e il ritocco dei negativi. Ben presto però, in seguito ad un incidente di Gilberto, Maria prende le redini dello studio ed inizia a lavorare come ritrattista. Realizza ritratti e fototessere fino a rilevare completamente l’attività alla morte del marito
Le donne fotografe sono molto rare nella storia della fotografia, ma nella zona della Val Cosa, oltre
a Maria del Gallo, era molto conosciuta Nuta di Melissa, fotografa per passione, che viveva a Borgo Ampiano.


Nella foto 3:
Giovanni mentre ripara un orologio, anni ’60

Nella foto 4:
Patrizia, figlia di Giovanni Politti
e Bruna Ruzzene, posa di fronte al negozio di Travesio. (1964).


Maria Del Gallo trasmette il mestiere al figlio Giovanni, l’unico dei suoi figli con l’interesse per la fotografia. Anche Giovanni va “a bottega” da Costantin: coglie tecniche e segreti, affina il mestiere e apre un negozio a Travesio, dove si occupa di fotografia e di riparazione orologi.
Ritroviamo infatti oggi, sul retro di alcune stampe fotografiche, dei timbri che riportano la dicitura: “FOTO-OROLOGERIA Politti”.

Giovanni ha una grande passione per la fotografia: scatta per lavoro ma anche nel suo tempo libero, accorre per immortalare ogni evento interessante e i momenti felici della sua famiglia, sperimenta nuove tecniche, crea. Grazie alla sua buona manualità riesce a riparare e modificare le sue numerose macchine fotografiche in modo da adattarle alle sue esigenze. Gestisce il negozio di Travesio fino agli anni Cinquanta circa, quando torna a Paludea e prende il posto della madre nella produzione di ritratti e fototessere.
La casa è organizzata con una sala di posa, in cui i clienti venivano accolti e messi a proprio agio per lo scatto, e una camera oscura, cioè una stanza adibita allo sviluppo e stampa delle fotografie. La sala di posa coincideva con un angolo del soggiorno, posta proprio vicino all’ingresso. Lì era allestito un piccolo ed essenziale palcoscenico: una pergola dipinta, una finta colonna greca, un telo bianco, che veniva calato all’occorrenza per realizzare le fototessere. Nel salotto quindi, oltre al tavolo da pranzo e al divano, erano sempre presenti il banco ottico montato sul cavalletto e le lampade.


Nella foto 5:
Gilberto Politti e Maria Del Gallo con i figli Lina e Giovanni davanti alla casa-studio di Paludea (1935).

Nella foto 6:
Giovanni nella sala di posa, anni ’60.

Nella foto 7:
Giovanni con la sua macchina fotografica
biottica (1970).

Nella foto 8:
Giovanni Politti e Patrizia con una box camera Ferrania (1963).


La camera oscura invece si trovava accanto alla cucina, allestita in una piccola stanza buia. Al suo interno si trovavano l’ingranditore, le vasche per gli acidi da sviluppo e stampa, le tank per lo sviluppo dei negativi, i filtri, le carte e tutto quello che serviva al fotografo per realizzare la sua magia. La fotografia infatti non era solo immagine, ma era fatta di materia.
Il compito del fotografo era quello di trasformare lo scatto preso dalla macchina fotografica, in sala di posa o altrove, in un oggetto da toccare e guardare, conservare in un album o spedire come cartolina: questa è la magia che ogni giorno avveniva in casa Politti! Questa magia rendeva felici i compaesani e permette a noi oggi di conoscere la storia di quel tempo.


Nella foto 9:
Camera oscura dello Studio Politti.

Nella foto 10:
Bruna Ruzzene, moglie di Giovanni, intenta a “spuntinare” fotografie, anni ’60.


L’attività dello studio è andata avanti fino al 1976: Maria Del Gallo scatta fino agli anni Cinquanta circa, mentre Giovanni lascia nell’anno del terremoto.
Molte persone, non solo di Castelnovo del Friuli, si rivolgevano allo studio Politti per avere dei servizi fotografici e per sviluppare fotografie di tutti i giorni. Si tratta di scatti che immortalano momenti della vita del paese, matrimoni, feste, luoghi familiari, i campi, le case e le osterie, i viaggi a Venezia o al mare. Fotografie che ritraggono la gente delle borgate di Castelnovo e della vicina Travesio.
Nei volti catturati da Maria Del Gallo, negli oggetti, negli abiti che ritroviamo nelle scene immortalate da Giacomo e Giovanni Politti si legge la storia. Le fotografie che oggi troviamo nell’archivio ci aprono una finestra su quel passato vissuto dai fotografi e dalla gente ritratta, ci permettono di avere una visione della storia e delle usanze della comunità dell’epoca.
Oggi, il mestiere dei Politti è in via d’estinzione: gli studi fotografici di paese, luogo di messa in scena e di magia, non esistono quasi più. Il fotografo non è più quella presenza fissa alle feste di paese, a scuola o durante le cerimonie pubbliche.


Nella foto 11:
Questo treno parte dalla stazione di Toppo? che anno era?

Nella foto 12:
Paludea alla fine degli anni ’50.